Trekking e vipere: Come riconoscerle e comportarsi in caso di morso.
Vipere: Come riconoscerle e comportarsi quando le incontriamo?
Sfatiamo subito un mito: Le vipere non sono mai state gettate dagli elicotteri! Inoltre il morso di una vipera quasi mai è letale se siete sani e non avete particolari patologie.
Il retaggio culturale nei secoli ha portato l’uomo a pensare male di questi rettili. Invece si tratta di animali importantissimi nella catena alimentare delle nostre montagne. Nel esistono diverse specie di serpenti (3500) di cui solo 300 sono velenosi. In Italia esistono solo 5 specie velenose per l’uomo tutte appartenenti ai viperidi. La Sardegna è l’unica regione dove questo rettile non è presente.
Dove vivono?
La vipera comune, nota come aspide, si trova quasi in tutto il territorio del paese e può raggiungere i 2.500 metri di altezza. Il Marasso, tipico della regione settentrionale, è un esemplare raro e poco diffuso. La Vipera orsini è presente solo nell’Appennino Abruzzese e Marchigiano. La vipera cornuta, situata nell’Italia nord-orientale, è caratterizzata da un piccolo corno sulla testa. Il suo veleno è il più pericoloso. La quinta specie, la vipera walser, è la più rara ed è concentrata solo in alcune zone dell’Ossola, delle valli dell’Alto Piemonte e del Biellese.
Come si distingue un vipera da una biscia (colubre)?
La morfologia delle cinque specie è piuttosto simile e facile da distinguere dalle bisce (che non sono velenose). La vipera ha un corpo tozzo e corto che difficilmente supera i 90cm di lunghezza. Il tratto distintivo più comune è la testa a forma triangolare a punta a differenza delle bisce che presentano una testa più rotonda. Se abbiamo la fortuna di osservarle bene, noteremo che le pupille degli occhi sono verticali. Inoltre la pelle è formata da squame molto piccole. La mascella presenta due denti molto sviluppati a forma di ago a cui sono connesse le ghiandole del veleno con cui la vipera si nutre o nel caso di attacco si difende.
I viperidi non posseggono un buon udito, ma sentono molto bene le vibrazioni del terreno.
Come comportarsi quando incontriamo una vipera?
Prima di tutto niente panico! Di solito non vi accorgerete nemmeno di esser passati vicino a questo animale perché scappa molto velocemente per rifugiarsi nel primo buco che trova. Se avete la fortuna di osservane una da vicino che si muove non avvicinatevi troppo e non provare a disturbarla o peggio colpirla con un bastone. Uccidere una vipera, in diritto penale, è il reato previsto dall’art. 544-bis del codice penale ai sensi del quale: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni”.
Di solito, essendo come tutti i rettili, eteroterma (ovvero non in grado di mantenere la temperatura corporea costante) la vipera predilige muoversi in determinate ore del giorno a seconda delle stagioni.
La regola per cui questi rettili sono attivi nelle ore più calde del giorno è errata. Anche il troppo caldo crea problemi alle vipere. Quindi se ci troviamo in estate in montagna è facile che nelle ore più calde e soleggiate non si veda nessuna vipera in giro, a meno che non passino delle nuvole e la giornata rinfreschi. Di solito in estate possiamo osservare le vipere distese sui sassi nelle ore del mattino e della sera.
In primavera e autunno, date le più basse temperature possiamo invece confermare che i serpenti saranno attivi nelle ore più calde.
Sfatiamo un altro mito: Le vipere non cadono dagli alberi e non saltano!
Dove si rifugiano le vipere? Qual’è il loro habitat?
Di solito le troviamo in luoghi asciutti, caldi e soleggiati in mezzo a prati con l’erba alta, muretti a secco, pietraie in vicinanza di una fonte d’acqua. Non vivono solo in montagna ma possiamo trovare le vipere anche in pianura.
Se vogliamo evitare un incontro ravvicinato è quindi bene non andare a muovere sassi o passare in mezzo all’erba alta. Consiglio di camminare sempre con scarpe con il collo alto e calze lunghe. Se proprio è inevitabile attraversare una pietraia o un pascolo con l’erba alta, portiamo con noi un bastoncino in modo da propagare vibrazioni assieme ai nostri passi sul terreno. Sicuramente in questo modo allontaneremo le vipere nei dintorni.
Prima di tutto evitare di posare le mani per terra, soprattutto in zone poco pulite e sassose, in cavità o buchi, senza prima essersi accertati che non ci siano rettili. Non sdraiarsi in punti dove la vegetazione è particolarmente fitta. È utile indossare sempre scarpe da trekking idonee, che coprano possibilmente anche la caviglia e calze lunghe. Si consiglia di usare anche un bastone per battere il terreno, soprattutto su sentieri sporchi e molto sassosi. Le vipere infatti sono molto sensibili alle vibrazioni sul suolo e quindi tenderanno a scappare. Se ci si dovesse trovare di fronte ad un esemplare di vipera, basta fermarsi, non avvicinarsi e lasciare il tempo all’animale di allontanarsi autonomamente.
Le vipere sono animali schivi, miti e non attaccano l’uomo.
È veramente difficile essere morsi da una vipera. In Italia in media si rilevano 250 morsi da Vipera comune all’anno di cui solo uno di questi risulta mortale e solitamente è dovuto a shock allergico. Se pensate quante persone camminano sui sentieri in un solo giorno in tutte le Alpi si potrebbe dire che è 250 è statisticamente irrilevante. Pensate che solo in Italia gli insetti provocano la morte per puntura a più di 20 persone l’anno.
Le vipere utilizzano il loro veleno solo per cacciare e nutrirsi (tipicamente di topi) ed è un evento raro che venga utilizzato per difesa. Per le vipere la miglior difesa è la fuga!
Quando mordono le vipere e cosa fare in caso di morso?
Sottolineo che solitamente si dice che si viene morsi “a secco” ovvero senza veleno. Una vipera cerca di difendersi senza però sprecare ciò che gli serve per nutrirsi.
Le vipere mordono nei casi in cui non trovano via di fuga e chi le attacca si trova oramai ad una distanza ritenuta di altissimo pericolo. (Parliamo di distanze sotto i 30 cm).
Prima di attaccare possiamo sentire i classici sibili di avvertimento e l’animale si ritrae attorno se stessa per poter effettuare un breve salto a “molla” per mordere. La velocità con cui morde è molto rapida.
Possiamo riconoscere il morso sulla pelle perché a dispetto di quelli dei colubri presenta due evidenti buchi frontali causati dai denti veleniferi. Se il morso avviene di traverso o su zone come caviglia o polso può esserci un solo punto di inoculazione, quindi il segno di un solo dente.
Come comportarsi in caso di morso?
- Avvertire subito i soccorsi (in Italia 112-118) indicando accaduto e propria posizione, condizioni dell’infortunato.
- Indicare ai soccorsi quale parte del corpo è stata colpita.
- Non incidere la ferita
- Non succhiare il veleno
- Non fermare il sangue dell’arto colpito con un laccio emostatico
- Mantenere la calma e non far muovere l’infortunato.
- Non somministrare assolutamente il siero anti-vipera
- Chi colpito deve stare fermo ed evitare di agitarsi
Come funziona il veleno delle vipere?
Il veleno delle vipere è una sostanza proteica con spiccata attività enzimatica. La sua tossicità è causata da alcuni polipeptidi che si legano a diversi recettori con azioni di diverso tipo in base al sistema aggredito: neurotossicità, emotossicità, cardiotossicità, miotossicità. Il veleno della vipera è costituito anche da nucleotidi e protidi che immobilizzano, uccidono e iniziano a digerire le prede.
Le molecole di cui è costituito il veleno sono grandi e quindi non filtrano facilmente dai tessuti della pelle ai capillari sanguigni, ma entrano in circolo grazie al sistema linfatico, che drena appunto il liquido linfatico in cui è disciolto il veleno nei tessuti della zona del morso e lo riporta alla vena cava.
Da questa particolarità ne deriva che è importante non incidere la cute per non aprire capillari che facciano da porta al veleno, ma è importante ridurre al minimo la circolazione linfatica con il bendaggio linfostatico.
Come eseguire il bendaggio linfostatico.
Premesso che è sempre meglio seguire le indicazioni fornite dai soccorsi. Esiste un modo per ritardare il propagarsi del veleno.
Occorre partire a fasciare dal punto del morso per poi proseguire verso l’estremità dell’arto fino a ritornare verso la radice. Per immobilizzare meglio l’arto è meglio utilizzare anche due stecche.
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