Sensazioni nella valle del travignolo

Alba sulla valle del Travignolo - sullo sfondo il LagoraiAlba sulla valle del Travignolo – sullo sfondo il Lagorai

E’ mattino presto, il sole deve ancora sorgere.
Nel buio del bosco cerco un punto da cui uscire senza farmi vedere da cervi e caprioli che si trovano sull’altra sponda della valle.
Soffia una leggera brezza, fa fresco a 1800 m in autunno, e il vento contro di me porta il rumore degli animali che calpestano le foglie e i rami.
E’ da più di un’ora che salgo il versante del bosco, basterebbe un ramo spezzato sotto i piedi per rovinare la fatica di arrivare fin qui.
I maschi bramiscono, già dal fondo della valle si sentivano.
Finalmente ne trovo uno, non mi ha visto, monto il cavalletto e il resto dell’attrezzatura, la posizione è fantastica.
Faccio partire il primo scatto e il cervo guarda subito verso di me, ma non dà molta importanza a questo rumore e prosegue nel suo richiamo amoroso.

Cima-Colbricon---Lagorai_webContinuo a scattare fotografie, arrivano delle femmine e anche un maschio. E’ stupendo poter osservare in natura questo grande mammifero, soprattutto quando non è disturbato e si comporta come se fosse al sicuro da solo.

Dopo più di un’ora, soddisfatto dell’incontro, lascio che il branco si sposti più in alto. Il sole comincia a scaldare ed è il momento di proseguire scendendo nel bosco, e ammirare tutte le altre meraviglie del parco di Paneveggio.

Ero ancora ragazzino quando per la prima volta entrai in questa foresta, ed è forse in quel momento che la passione per la natura e la fotografia è nata in me.
Non mi stancherò mai di camminare in questi boschi e percorrere i sentieri fino ai laghi e le vette.
La neve caduta nei giorni passati non è riuscita ancora a penetrare nella fitta boscaglia, bastano gli scarponi per risalire il sentiero che mi porterà a Juribrutto.
La salita è facile, mi sento a casa e come ogni volta riconosco le rocce, gli alberi che sembra mi abbiano aspettato dall’ultima volta.
Dopo neanche un’ora esco dal bosco di larici e abeti: da quassù posso ammirare tutta la valle, il Lagorai e le pale di S.Martino di fronte a me, in un gioco di colori dal verde degli abeti al giallo dei larici al rosso dei mirtilli e dell’uva ursina. Il bianco della prima neve e il cielo limpido fanno il resto, regalando un intero arcobaleno di colori.


Cimon-de-la-Pala_webDurante la salita, se non si fa rumore, è normale incontrare scoiattoli, marmotte, caprioli, fringuelli e altre specie di uccelli; tutto questo rende la fatica della salita irrilevante, il tempo passa ad un ritmo dimenticato ma più a misura d’uomo.

Arrivato ai laghi di Lusia mi soffermo ad osservare il paesaggio, incantevole, la metà della giornata è già passata, farà presto ad arrivare la calda luce del tardo pomeriggio.
Il tempo di proseguire e arrivare alla mia meta, il lago di Juribrutto, e il sole sarà sceso quanto basta per vivere l’avvolgente luce della sera. Il lago è tranquillo, le alghe formano dei disegni arrotondati a pelo d’acqua. Giro attorno, quasi in un gesto rituale ma giustificato perché, appena sopra, la vista si apre su tutta la valle, i passi, le vette e la foresta.

Mi siedo su di un sasso vicino a piante di ginepro e rododendro, non mi resta che aspettare il tramonto che non si fa attendere e dopo pochi minuti colora tutto quanto di arancione e poi rosso.
Senza farmi prendere da facile entusiasmo realizzo le ultime foto della giornata, ancora uno sguardo alle tortuose vette delle Pale di San Martino, metto lo zaino e inizio a scendere mentre sale il crepuscolo.

Arrivo alla strada che ormai fa buio con il pensiero ancora della giornata passata e sperando che in futuro tutte le sensazioni che ho vissuto possano ripetersi ancora sia in me che negli altri.