Parco Nazionale del Pollino: Il regno dei pini loricati

Dopo il Galles, Gran Canaria e il Brenta sono tornato dal Parco Nazionale del Pollino.

Situato tra Calabria e Basilicata il Parco del Pollino è un’area selvaggia e piuttosto elevata dell’Appennino Meridionale. Una regione naturale che offre paesaggi mozzafiato, una biodiversità unica e una vasta gamma di attività per gli amanti della natura. Con una superficie di oltre 1.800 chilometri quadrati, è il più grande parco nazionale d’Italia e rappresenta un’importante risorsa per la conservazione della flora e della fauna.

Proprio la visita della varietà di ambienti naturali era lo scopo del nostro tour di inizio giugno. Infatti il Parco del Pollino è caratterizzato da una varietà di ambienti naturali, che vanno dalle vette montuose dell’Appennino alle gole profonde, dai fiumi alle foreste vetuste. Questa diversità di habitat ospita una ricca varietà di specie vegetali e animali. Tra le specie animali presenti nel parco si trovano l’aquila reale, il lupo appenninico, il capriolo, il camoscio d’Abruzzo e numerose altre specie di uccelli, mammiferi e rettili.

 


 

Noi ci siamo concentrati su un’unicità del parco: Il pino loricato 

Il pino loricato è una specie di pino che cresce esclusivamente nelle zone montane del Parco Nazionale del Pollino, in Calabria e Basilicata. Quest’albero maestoso, noto per la sua bellezza e resistenza, è diventato un simbolo del parco.

I pini loricati, membri della famiglia delle Pinaceae, devono il loro nome alla caratteristica corteccia spessa di colore grigio-brunastro. Con il passare del tempo, questa corteccia si fessura in ampie scaglie, conferendo al tronco un aspetto simile alla lorica squamata indossata da alcuni legionari dell’antica Roma.

Ciò che rende il pino loricato così speciale è la sua capacità di sopravvivere in condizioni estreme. Cresce principalmente sulle creste delle montagne, dove è esposto a venti forti, basse temperature e precipitazioni intense. Per proteggersi da questi elementi avversi, il pino loricato sviluppa un’armatura naturale: la corteccia. Questa corteccia, spessa e squamosa, è di un colore grigio-argenteo che si fonde con il paesaggio circostante, donando all’albero un aspetto unico e affascinante.

 

 

Oltre alla sua resistenza, il pino loricato ha una crescita lenta e può raggiungere altezze considerevoli. Poterli osservare al tramonto era uno dei nostri obiettivi e ci siamo riusciti nonostante le avverse condizioni meteorologiche che hanno modificato continuamente i programmi di questo tour.
Oltre il pino loricato ci siamo dedicato anche alle antiche foreste di faggio e le cascate presenti nel parco.

 

 

La flora del Pollino nel mese di giugno è eccezionale, ricca di endemismi del meridione come l’Orchis quadripunctata che vive in Italia solo nelle regioni meridionali e in Abruzzo. Dato che il meteo durante il giorno era poco rassicurante per inoltrarsi nella wilderness del parco abbiamo dedicato del tempo alla macrofotografia con i mezzi che avevamo a disposizione, ovvero solo i teleobiettivi.

 

Giornate vissute intensamente su percorsi spesso poco lineari, invisibili e non segnati, che ci hanno permesso di vivere un’esperienza unica all’interno del parco. Qui la natura è avvolgente. Se poi ci mettiamo i rientri al buio all’interno di faggete enormi possiamo dire di aver ascoltato e sentito dentro di noi come spesso la natura sia accogliente ma al contempo severa. Evitando i pericolosi temporali siamo riusciti ad entrare nel cuore del parco, il piano di Pollino a quota 1800m.
Il monte Pollino è la seconda elevazione con i suoi 2.248 m dopo la Serra Dolcedorme in Calabria 2.267 m la cima più elevata del massiccio del Pollino oltre che dell’Appennino meridionale.

 

Arrivati al tramonto dopo due ore e mezza nei boschi il Pollino si è lasciato osservare e fotografare in tutto il suo splendore dopo un temporale durato 6 ore.
Il meteo non è stato clemente nemmeno nei giorni successivi. Nonostante le avversità abbiamo scoperto nuovi itinerari e visitato diverse cascate che precipitano dal massiccio per inoltrarsi lungo canyon e scarpate.

 

Dopo tanta acqua ci siamo spostati verso il centro della Basilicata visitando nuovi spot fotografici, esclusivi del tour organizzato da Trekking Fotografici.
La Basilicata è una terra molto particolare e poco frequentata dai fotografi a parte Matera che è stata la destinazione di chiusura del tour.
Dalle vette del Pollino siamo entrati nei vasti altopiani e territori collinari, spesso coltivati, ma non per questo meno affascinanti.

Ed infine, eccola: Matera. La città dei sassi. Il luogo più conosciuto, ma non meno affascinante del nostro tour. Abbiamo giocato con le architetture, le luci e gli scorci unici di questa città.

Penso mi ricorderò per molto tempo del bellissimo e stravagante gruppo di fotografi di questo viaggio che per me è partito due giorni prima attraversando tutta Italia in auto per strade secondarie. Non potrò dimenticare le notti passate all’aria aperta e in città, albe e tramonti, camminate nei boschi di notte e cieli variopinti da favola.
Questo era il primo viaggio proposto in Pollino e sicuramente lo ripeterò nel 2024 sperando di accogliere un bel gruppo di fotografi ed escursionisti preparati e simpatici!