Neve d’Agosto sul gruppo del Catinaccio
di Pietro Matulli
Parte da qui la nostra avventura nel gruppo del Catinaccio, il sole splende facendo vai e vieni da dietro le nuvole, arrivati a circa 2280 m di altitudine ci troviamo al rifugio Roda di Vael, dovunque ci giriamo ci si presentano scorci mozzafiato, al cospetto di un gruppo di montagne degno di essere immortalato. Non ci resta che prendere le macchine e scattare!
Dopo aver lasciato i nostri zaini rompi-schiena nel rifugio ci allontaniamo per una breve escursione in loco dove ci è possibile apprezzare nuove angolazioni e semplicemente esplorare… il paesaggio è cosparso di rocce grandi quanto automobili a creare un paesaggio lunare, non fosse per il manto di erba che gli dà quel non so che di fiabesco.
Grazie ad un po’ di fortuna e inserendo la modalità vista d’aquila non è difficile passeggiare di fianco a meravigliosi fiori come queste stelle alpine, degne di essere paparazzate da chiunque ne abbia la possibilità.
Rientrati dall’escursione di circa un ora e mezza, non contenti, scaliamo un piccolo caminetto per avere una visuale rialzata. Siamo in cima, le nuvole vanno a 300 all’ora, il sole sta calando e rimane poco tempo, in fretta e furia aumentiamo i tempi di posa ad uno/due secondi e impostati iso e diaframma lasciamo che le reflex facciano il loro lavoro.
Ed eccolo lì il rifugio Roda di Vael
Secondo giorno, tutti freschi e riposati ripartiamo alla volta della seconda sosta, il rifugio Re Alberto, ai piedi delle torri del Vajolet. La giornata inizia con una leggera pioggia per poi diventare poco dopo pioggia intensa ed infine trasformarsi in una bella bufera di neve il 5 Agosto… Logica conseguenza è l’impossibilità di tirare fuori la macchina fotografica se non per immortalare delle cascate formatesi con le secchiate di acqua venute giù dalle nuvole.
Le torri del Vajolet alle ultime luci del giorno. Mistiche!
Ora una meritata cenetta a lume di iPhone è quello che ci vuole, dopo una fatica del genere tutto quello che vorresti è berti una bella cioccolata calda e rilassarti sul divano, ma no, quando sei in missione per fare foto non c’è clima da era glaciale che tenga, di nuovo fuori a catturare i magici scorci del Catinaccio.
Una bella dormita era quello che ci voleva ma sveglia fissata alle 6 per le foto mattutine o meglio, ‘albine’
È il momento di salutare il Re Alberto Iº per proseguire il nostro viaggio verso l’ultima tappa
Ed eccolo lì di fronte sulla sinistra, il rifugio Tires, uno dei più moderni a sovrastare i massicci del Trentino, ristrutturato recentemente, è, per la felicità di molti, dotato di docce con acqua calda.
L’ultimo giorno, le ultime 4 ore e mezza di discesa sono alle porte, dopo aver attraversato valli e passi del Catinaccio in lungo e in largo, con sole e neve, risate e qualche bicchiere di vino di troppo, è quasi finita una delle esperienze più mistiche in cui io mi sia mai cimentato. Ringrazio Mirko, Lorenzo e tutti i partecipanti per la bellissima avventura e con queste ultime 5 fotografie chiudo la mia storia. Ci si becca in cima!”
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