La salita al Rifugio Alpe di Tires
Si legge che la sella dove sorge il rifugio Alpe di Tires sia il punto dove si incrociano tutti i sentieri della zona. Quando salì la prima volta al Tires affrontai il sentiero che dall’ Alpe di Siusi porta al Catinaccio e mi resi subito conto che i colori e i panorami si sarebbero prestati a livello creativo ad una post-produzione molto particolare quella in LAB color.
Il Lab color è un metodo colore (o spazio colore) particolarmente avanzato e di difficile gestione, ma che teoricamente offre possibilità di correzione colore e gestione delle luci quasi infinite. Già salendo il cielo azzurro e gli scorci dei pascoli mi davano spunto per quella che sarebbe stato poi il flusso creativo da applicare alle fotografie.
Come potete notare è possibile dare alla fotografia un sapore acquerellato senza perdere però la matericità dell’immagine del paesaggio (cosa che avviene invece con le HDR) o con i sistemi di sovrapposizione e correzione colore applicabili con l’sRGB o l’Adobe 1998. La salita continua e in un ampio pianoro ci fermiamo per la consueta e bella foto di gruppo.
Ma ecco arrivare finalmente i panorami profondi e cupi della zona, e perchè non profittare per un bianco e nero drammatico e incisivo?
Il vantaggio della lavorazione in LAB color è la sua versatilità, non agendo direttamente su un singolo colore ma singolarmente sui gruppi L = Luminosità / A = Verde-Magenta / B = Giallo – Blu permette un controllo delle sfumature che altrimenti sarebbe irraggiungibile con i metodi standard.
Ma ogni medaglia ha il suo rovescio, un’applicazione sconsiderata e non attenta delle curve AB o della luminosità può creare facilmente artefatti o luci e colori inverosimili, e in più per ottenere risultati ottimali si è costretti a mascherare la fotografia zona colore per zona colore.
Arriva la notte ed anche qui il LAB color ci viene in aiuto, la curva L è uno strumento eccellente nella fotografia notturna per controllare le alte luci e i neri profondi e dare all’immagine un sapore realistico e non posticcio.
Il mattino seguente il tempo era un pò inclemente e faceva freddo, ma fotograficamente parlando era pieno di spunti interessanti e scorci che potevano essere sfruttati tranquillamente per una post produzione un pò più decisa.
In queste due foto e nelle prossime a venire ho volutamente esasperato l’intervento di post produzione, cercando di riprodurre questa volta un ambiente iper-realista però a colori.
Ormai a questo punto eravamo quasi scesi a valle, ma la strada riservava ancora una piacevolissima sorpresa, uno scorcio di panorama da Signore Degli Anelli, che alla fine è diventata poi la mia foto preferita del viaggio.
Lo spazio colore LAB è stato nel tempo ottimizzato e applicato in molti ambiti della fotografia, praticamente in tutti quelli dove ottenere delle fotografie dal forte impatto emotivo era un diktat. Dan Margulis, il massimo esperto in questo tipo di lavorazione fotografica, elaborò tutto il flusso di lavoro in spazio colore LAB, e lo descrisse in un libro che dal 2005 ad oggi è pietra miliare per questo tipo di post produzione.
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