Fotografare in natura: L’esperienza dedicata al bramito del cervo
Sono stati due giorni intensi, anche per me che in montagna e in mezzo ai boschi praticamente ci vivo. Il motivo è che ogni volta si provano emozioni, specie quando assieme a te ci sono altri appassionati che ti seguono e ascoltano quanto hai da raccontare sui boschi e gli animali che ci vivono.
“Imparerai più nei boschi che nei libri, gli alberi e lo rocce ti insegneranno le cose che mai nessun maestro ti dirà”
Questa fine settimana, per la prima volta, ho organizzato l’esperienza fotografica e naturalistica sul bramito del cervo, nel parco Nazionale dello Stelvio. Per molto tempo ho cercato il modo, meno impattante possibile, per portare gli appassionati di fotografia e natura a vivere le emozioni che provo io a appostarmi e studiare la natura nei boschi alpini.
Grazie all’incontro tra TrekkingFotografici e Ursus Adventures, finalmente è stato possibile organizzare qualcosa di sostenibile, diverso ed emotivamente completo per trasmettere il sapere e la passione che ho per i cervi agli appassionati.
Prima di tutto le esperienze foto naturalistiche non sono organizzate per “portare a casa” lo scatto trofeo o la foto da concorso, ma per apprendere tutti i rudimenti necessari per intraprendere lo splendido mondo della fotografia naturalistica, consapevolmente e rispettando gli elementi naturali.
“E’ nostra responsabilità collettiva e individuale preservare e prendersi cura dell’ambiente in cui tutti viviamo.” (Dalai Lama)
Quando si entra in natura bisogna mettere da parte il proprio ego, la voglia irrefrenabile di “stanare” gli animali tipica dei predatori, tra cui l’uomo, e mettere da parte la fretta. In natura non esiste il subito e a tutti i costi.
Nei due giorni che abbiamo vissuto assieme, abbiamo visto come è difficile entrare in sintonia con l’ambiente circostante, ascoltare il silenzio, interpretare i segni che gli animali lasciano al loro passaggio, comprendere cosa sta succedendo e se noi ne siamo coinvolti o meno.
Un bosco è un luogo che protegge gli animali, ma anche noi. Frequentarlo è occasione per riprendere quel rapporto spazio-tempo che manca sempre di più nella vita frenetica che facciamo. In due giorni ovviamente non è possibile sperimentare tutto, ma sicuramente sono un buon inizio per tornare più vicini agli elementi naturali, comprenderli e saperli leggere.
Questo il commento di Lorenzo, giovane esploratore che è venuto con noi ad ascoltare il bramito e fotografare i cervi.
“È la prima e sicuramente non l’ultima volta che ho provato a diventare un abitante dei boschi di Val di Sole, conoscendo tutti i segreti e gli animali che vivono qui grazie ad una guida molto informata e coinvolgente. Sentire il bramito del cervo ti fa sentire quasi insignificante e ascoltarlo sempre più vicino ti fa accelerare il battito cardiaco. Finché non lo vedi, mentre anche lui probabilmente sa che sei lì ad osservarlo, ma ti lascia fare lo scatto perfetto per quel momento indimenticabile e insostituibile. Conoscere questo animale e le sue abitudini è stato davvero interessante e molto utile per scatti ed incontri futuri. Anche l’avvistamento degli altri animali il cui il bosco ne fa da casa è stato un momento magico e ci fa capire che questo luogo silenzioso (un po’ meno in questo periodo con il canto del cervo) è sempre attivo e pieno di fenomeni in relazione tra loro. Ringrazio molto chi ha organizzato questa avventura unica e speciale che, essendo la prima e non ultima, terrò sempre nei miei ricordi!”
Non solo lui ha provato le stesse emozioni. Anche suo Papà ha seguito gli stessi passi vivendo un’esperienza diversa da quella che già conosceva nei boschi.
“Ho scelto questa esperienza per condividerla con mio figlio Lorenzo che si sta appassionando alla fotografia e alla ricerca di animali nel loro habitat naturale.
Mi è piaciuta l’iniziativa perché mi ha permesso di avvistare animali selvatici grazie anche alla comodissima baita immersa in un contesto per me quasi surreale.
Mirko si è dimostrato molto disponibile, preparato ed ha trasmesso la sua passione, il suo modo di vivere la natura semplicemente raccontando di se.
L’esperienza di vivere la natura in questo modo per me è stata unica e mi ha permesso di approcciarmi al bosco in modo diverso non più con lo sguardo sempre rivolto verso il basso (alla ricerca dei porcini..), ma con lo sguardo rivolto in avanti ed in alto alla ricerca di nuove ed improvvise emozioni.”
Un salto nel mondo autentico secondo Luca, che ha intrapreso un lungo viaggio da Copenhagen per assistere al bramito dei cervi:
“È stata la mia prima esperienza di questo genere. Sotto il profilo tecnico è stato interessante approfondire tematiche legate al mondo della natura del comportamento degli animali e della fotografia. Ma quello che più mi ha lasciato è stato un forte senso di condivisione con persone che non conoscevo ma che condividevano alcune delle mie stesse passioni, dunque tutto si è svolto in modo naturale e piacevole. Infine per chi come me viene da una metropoli come Roma è stato come fare un salto in un mondo più autentico lasciando lontano stress e pensieri della quotidianità cittadina. Grazie Mirko, super guida, per questo breve ma emozionante viaggio nella natura e nel mondo dei cervi!”

Cervo fotografato da Luca
Infine vi lascio il commento di Andrea, che non è riuscito a scattare una fotografia nell’unica occasione di avvicinamento ad un cervo maschio che bramiva. L’abbiamo visto tutti bene e siamo stati così bravi a mimetizzarci e far silenzio che ad un certo punto non ci siamo resi conto che il “Re del bosco” stava dirigendosi verso di noi.
Purtroppo l’attimo del passaggio è stato così rapido che solo Luca è riuscito a fotografare il grande ungulato con il suo palco. Noi abbiamo dovuto rinunciare o “accontentarci” di un palco in mezzo alle fronde degli alberi.
“La definirei un’esperienza sensoriale ed emozionante. Siamo stati coinvolti con tutti i sensi: abbiamo ascoltato i bramiti dei cervi attorno a noi, osservato e cercato con gli occhi le tracce degli animali, sentito gli odori del bosco, condiviso i sapori dei nostri territori di provenienza durante la cena. E attraverso i sensi abbiamo provato emozioni uniche…: la curiosità nell’ascoltare i rumori della natura al buio della notte, l’eccitazione nell’individuare gli animali dopo tanta ricerca, la sorpresa nello scoprire che anche i cervi lasciano un odore.. Ci sono stati anche emozioni non positive, per esempio per esempio il dispiacere per non essere riusciti a fare una foto, ma anche in questo caso l’esperienza è significativa perché si imparano consigli utili per vivere la natura e fare fotografia naturalistica.”
La rinuncia allo scatto, perdere l’occasione, ripetere all’infinito percorsi, perseverare nell’osservare i boschi, fallendo l’obiettivo (quello di fotografare gli animali) fa parte del gioco. In effetti quello che abbiamo fatto è stato di metterci in gioco, di rapportarci con la natura, al suo stesso livello. Abbiamo dedicato il 90% del nostro tempo all’osservazione e comprensione del comportamento degli animali.
Devo fare in complimenti a tutti i partecipanti di quest’attività, perché sono stati davvero pazienti e hanno compreso quanto lavoro sta dietro uno scatto fotografico di fauna selvatica. Giornate intere senza vedere nulla, al buio, sotto la pioggia. Il risultato ottenuto in questo weekend va oltre la fotografia.
Forse potrebbe interessarti anche:
Loading, Please Wait!
This may take a second or two.