Dal Bernina al bosco delle cince

Le condizioni meteorologiche sono la parte più importante da valutare per fotografare il paesaggio. Personalmente non adoro i cieli sgombri da nuvole, anzi preferisco giornate variabili tendenti al brutto tempo.
Spesso capita di trovarci davanti a grandi e maestose montagne ma qualcosa manca a livello fotografico. Visivamente siamo meravigliati dal paesaggio che stiamo vedendo ma le fotografie non riescono a trasmettere ciò che vogliamo.

Come è andato il nostro workshop fotografico?

Uno dei problemi principali è la luce o per dirla meglio mancano le ombre. Questa situazione è tipica nelle escursioni giornaliere. Quando arriviamo in cima è l’ora di pranzo e spesso, specie in estate, la luce del Sole è puntiforme e praticamente verticale sulla nostra testa.
A meno di casi con angolazioni particolari, a mezzodì, la luce si dice sia “cruda”, con ombre poco prolungate e nette. Non è il momento migliore nella maggior parte dei casi per fotografare.
L’altro annoso problema è il cielo, che può essere lattiginoso e privo di nuvole. L’importanza delle nuvole nel paesaggio è fondamentale. Il cielo, che poi è lo sfondo della nostra foto dev’essere interessante e non piatto.
Ma uno dei grandi vantaggi di un cielo nuvoloso è come questo può modificare la luce, cambiarne la direzione, diffonderla e creare dei chiaroscuri.

Nel nostro tour in Bernina e bosco delle cince abbiamo trovato le condizioni ideali per fotografare il paesaggio ed erano talmente particolari che è stato possibile realizzare fotografie in bianco e nero o a colori nel pieno della giornata.

Come scrivevo prima, una buona fotografia diventa “tridimensionale” con le ombre. Come un pittore noi utilizzeremo ciò che disegnano sul terreno le nuvole come il segno di una matita, ovvero scriviamo in nero su un foglio bianco.


Il gioco di chiaro scuri e i filtri giusti ha permesso scatti come questi, con nuvole importanti e trame tra ombre e luci molto drammatiche.

L’attesa del momento giusto non è facile, bisogna osservare il paesaggio per minuti, se non ore. Tenendo conto che eravamo a 3000m e c’era vento (e grazie a quello c’erano le nuvole), è stato un esercizio difficile per tutti.

 

 

Il tormentato ghiacciaio del Morteratsch ci ha regalato molte trame da fotografare, come seracchi e crepacci. Purtroppo le condizioni del ghiacciaio, in quest’inverno povero di precipitazioni sono già critiche. Come si può notare nelle foto l’innevamento è ai minimi e tra pochi giorni con l’arrivo della primavera la poca neve su ghiacciaio se ne andrà scoprendolo anzi tempo.

 

 

Ma in Engadina non abbiamo fotografato solo paesaggi. La seconda sessione di workshop era dedicata la magico bosco delle cince. Ma prima di dedicarci a loro abbiamo approfittato ancora delle particolari condizioni meteorologiche nelle ore del tramonto, dedicandoci anche al famoso Trenino Rosso del Bernina. 

 

Il bosco delle cince è un luogo molto particolare. I residenti tutto l’inverno portano cibo agli uccelli. Anche se non bisognerebbe dare cibo agli animali selvatici qui si è creata una situazione virtuosa dove i passeriformi sono foraggiati durante tutto l’inverno in modo controllato.
Ricordo sempre a tutti che non bisogna improvvisarsi ad alimentare animali selvatici si possono creare gravi danni ecologici ed abituare gli animali a non cercare più il cibo in modo autonomo. Il bosco delle cince in Engadina è un caso più unico che raro.

 

Questa volta abbiamo dedicato molto tempo agli sfondi e all’illuminazione del set (ovviamente senza disturbare troppo i piccoli passeriformi).
Non abbiamo fatto molte fotografie ma ci siamo dedicati più alla costruzione dei posatoi, alla cura dello sfondo e come sceglierlo oltre alla posa degli animali stessi.

 

 

Poi come sempre qualche scatto in più l’abbiamo fatto, ma qui volevo solo condividerne alcuni. Non abbiamo dedicato forse il tempo giusto agli scoiattoli, ma c’era già molto più da lavorare sul metodo e come organizzarsi per la fotografia “in giardino”.