Conservare le immagini digitali 2°parte: Il backup e la salvaguardia dei dati.
Nell’articolo precedente abbiamo parlato dei problemi generali che si incontrano nella conservazione delle immagini o documenti per lungo tempo. Ora entriamo nello specifico e discutiamo di come possiamo, nel breve-medio periodo conservare le nostre foto e proteggerle da eventuali guasti, incidenti, errori umani.
Il supporto di registrazione
Con supporto di registrazione intendo il primo dispositivo di memoria che utilizzeremo per registrare le immagini fotografiche ovvero la scheda di memoria che inseriamo nella macchina fotografica.
Esistono in commercio molti tipi di memorie accettate da diversi modelli di fotocamere. Ogni casa ha adottato diverse tipologie di schede e da uno a due slot per inserirle in camera.
Sul mercato troviamo principalmente schede Compact Flash (CF), Secure Digital (SD, SDHC, SDXC etc.), XQD ( PCI Express) e le ultime arrivate le SD Express.
Per mia esperienza ho sempre optato per formati di memoria utilizzati nelle macchine professionali quindi parliamo prima di CF e poi di XQD. Non ho mai ritenuto il formato SD sia per il tipo di involucro, molto sottile e fragile, sia per i casi di guasti, affidabile come CF e XQD.
Mentre scrivo questo articolo sono entrati nel mercato nuovi formati come SD Express che utilizzano lo stesso bus PCI di XQD quindi, in linea teorica, dovrebbero raggiungere la stessa qualità e sicurezza di quest’ ultime.
Se il vostro mantra è la sicurezza, non sarà solo il formato delle schede, un elemento importante nella scelta di una fotocamera. Sopratutto per chi utilizza questi prodotti a livello professionale è necessario poter lavorare con camere che prevedono il doppio slot di memoria (CF+XQD o SD+XQD o SD+SD a seconda di marca e modelli).
Queste camere come la Nikon D5, Canon 5D e altri modelli di fascia alta, sono provvisti di doppio slot di memoria che può essere configurato in modalità backup.
La modalità backup non fa altro che scrivere, durante lo scatto, il file immagine, non su una, ma su due schede. Questo permette, nel caso una delle due schede di memoria si guasti, di recuperare lo stesso file registrato nella scheda esente da problemi.
Purtroppo la stragrande maggioranza di fotocamere in commercio prevede un solo slot di memoria. Se vi troverete davanti a questa scelta, il mio consiglio, è quello di privilegiare un modello che monta sistema CF, XQD o SD Express.
Il trasferimento
Il trasferimento dei file è un momento critico del nostro flusso di lavoro digitale.
Sicuramente è da evitare il trasferimento con cancellazione simultanea dei file (move/sposta) dalla scheda di memoria. Se per qualsiasi motivo il dispositivo di memorizzazione/archiviazione si rompe nel momento del trasferimento, rischiate di perdere tutta la sessione di lavoro. Per esperienza è bastata la disconnessione accidentale del cavo usb del lettore di schede per perdere alcuni file che stavo trasferendo.
Il consiglio è quello di fare sempre una copia dalla scheda all’archivio e non uno spostamento dei file. Nel caso ci siano problemi, sulla scheda della camera rimarranno i file sempre pronti per una nuova copia.
Una volta che il vostro lavoro sarà al sicuro potrete cancellare la scheda di memoria della camera.
Tipicamente, utilizzando anche per l’archiviazione un sistema ridondante (con backup) effettuo una doppia copia dei file presenti nella scheda su due dischi di archiviazione diversi. (tipicamente dischi USB3).
Stiamo parlando di un trasferimento momentaneo delle foto di una sessione fotografica su due hard disk portatili. Spesso capita di essere in viaggio e di dover in qualche modo scaricare giornalmente il materiale realizzato. La soluzione più sicura è quella di lavorare con un portatile e due dischi esterni usb identici su cui fare doppia copia dei file.
Il nostro flusso di trasferimento in sostanza deve sempre prevedere ridondanza, ovvero la stessa informazione deve essere presente identica su due o più dispositivi distinti. Questa metodologia di lavoro non previene al 100% guasti o errori ma sicuramente raggiunge una percentuale oltre il 90% dei casi.
Archiviazione: la conservazione “Fail safe” delle immagini.
Come possiamo conservare i nostri file originali, le copie e le elaborazioni in modo sicuro per il medio e lungo termine?
In base alla mia esperienza tutti i file originali, così come escono dalla camera, devono essere conservati in un sistema ridondante, ovvero una tecnologia in grado, se incorrono guasti, di poter funzionare ugualmente senza perdita di dati, permettendo una successiva riparazione senza interruzione del lavoro. Stiamo parlando di quello che in gergo viene chiamato sistema “Fail safe”, protezione dei guasti.
Si tratta di sistemi che possono arrivare a costare parecchie migliaia di Euro, però sul mercato sono presenti sistemi di archiviazione “home” a prezzi contenuti che per un uso non professionale o aziendale sono sicuramente una buona soluzione.
La prima soluzione per mantenere alto il livello di sicurezza dei dati è quello di effettuare sempre una doppia copia su archivi diversi.
Copiare le immagini su due hard disk è sicuramente già un buon modo per evitare perdite. Il consiglio è quello di tenere i due dischi in posti diversi e di non acquistare i prodotti nello stesso momento per evitare di avere materiali della stessa partita (se il primo presenta un difetto anche il secondo potrebbe presentarlo rendendo inefficace quanto detto sopra).
Su che tipo di supporto? Hard disk, SSD?
Ad oggi i supporti magnetici, hard disk sono i migliori per conservare i nostri file. Nonostante il funzionamento meccanico, si tratta di tecnologie molto affidabili e in qualche modo potenzialmente leggibili anche in caso di guasto. La tecnologia SSD, seppur molto veloce e sicura, in caso di guasto lascia poche speranze nel recupero dei dati. E’ molto facile che un hard disk SSD che presenta problemi diventi completamente illeggibile.
Anche un hard disk magnetico si può guastare. Le case produttrici indicano un numero alla voce MTBF (Mean Time Between Failure), tempo medio tra i guasti. Tipicamente espresso in ore vi indica entro quanto tempo di utilizzo (da acceso) si incorrerà in un guasto. (molte case specificano anche i cicli spegnimento/accensione).
Quando acquistate un hard disk il valore di MTBF è una discriminante della qualità del prodotto. Spesso preferisco acquistare un modello con un numero di ore MTBF elevato a scapito della velocità di trasferimento. Su quell’hard disk in fondo non ci devo lavorare ma solo leggere ogni tanto i dati.
Sistemi RAID
In un precedente articolo vi avevo parlato di sistemi RAID e NAS. Questi sistemi sono una comodità se avete medio-grandi volumi di file da trasferire e conservare. La prima comodità è nel trasferimento, invece di copiare un file due volte, questi sistemi provvedono al loro interno ad effettuare la duplice copia (sistemi RAID 0).
Il sistema RAID “0” usa due dischi identici che vengono utilizzati in trasferimento e lettura in modo duale. Ciò che copio nel disco 1 lo troverò identico nel disco 2 anche subito dopo la copia. In caso di guasto avrò sempre disponibile un disco con tutti i dati. Non appena sostituirò il disco rotto, il sistema provvederà da se a produrre la copia ridondante di tutti i dati.
Esistono sistemi ancora più sicuri e veloci per l’archiviazione dei dati. Il sistema RAID si è evoluto con il tempo fino ad arrivare a RAID 5/6/10 (Nel dettaglio trovate una descrizione dettagliata su wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/RAID)
Sistemi di dischi RAID5 sono ottimi per mantenere una buona affidabilità e velocità, li sconsiglio però per l’archiviazione, non necessitiamo di velocità e tipicamente sono dispositivi più costosi. I RAID 5/6/10 sono in genere utilizzati su archivi online e nei server/workstation.
I sistemi RAID si trovano in commercio montati su dispositivi NAS Server. Si tratta di una tipologia hardware che contiene da 2 a più dischi che ha la possibilità di essere connesso in WIFI o Ethernet alla vostra rete. La comodità è quella di avere un sistema accessibile in rete da diversi computer oltre offrire diversi servizi tipo trasferimento FTP, webserver utili spesso nelle medie/piccole imprese.
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