Come scegliere lo zaino fotografico da montagna

Trekking, escursioni per valli e monti con la fotocamera, cosa serve davvero, contenere il peso delle attrezzature, rinunciare al treppiede? Non solo la ricerca del paesaggio, dei soggetti che si possono incontrare in cammino ma anche e soprattutto l’escursione come soggetto stesso delle riprese. Realizzare un reportage da un trekking, in cui il soggetto è il trekking stesso, una serie di immagini che raccontino l’escursione e non singoli scatti lasciati a loro stessi.

COME PREPARARE UNO ZAINO FOTOGRAFICO PER UN’ESCURSIONE IN MONTAGNA

Chi ama passeggiare in montagna in molti casi con il trascorrere del tempo e con l’aumentare del numero di passeggiate effettuate si appassiona alla fotografia, questo almeno è successo a me visto che sin da piccolino poter fotografare gli splendidi posti che visitavo significava poterne portare a casa un ricordo. In molti casi questa passione rimane limitata allo scattare istantanee con una compattina o più recentemente, ahimè, con il cellulare, in altri casi la fotografia diviene una passione e l’attrezzatura che ci si deve portare in giro può aumentare esponenzialmente con il tempo o diminuire con l’esperienza acquisita.

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Mi è stato chiesto in passato da alcune persone che seguono questo sito o Facebook qualche consiglio su come preparare lo zaino fotografico per un’escursione, per cui visto che l’argomento interessa a molti appassionati di fotografia e montagna come me ho deciso di scrivere questo articolo sperando di essere d’aiuto.


La prima cosa da chiarire è che, anche per un fotografo professionista, l’attrezzatura fotografica in montagna deve avere un’importanza secondaria rispetto al trasporto dell’equipaggiamento logistico e di sicurezza. L’equipaggiamento indispensabile varierà a seconda del tipo di escursione in programma: può andare dal banale coltellino svizzero, al cellulare per le chiamate d’emergenza, acqua e cartina dei sentieri aggiornata, oltre ovviamente al vestiario adatto che dovremo indossare, fino ad un equipaggiamento più complesso se si percorreranno vie ferrate, si arrampica o se si intende fermarsi per la notte in un rifugio o bivacco.

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Come detto il peso del materiale indispensabile per l’escursione può variare anche di molti chilogrammi in base alla tipologia e questo ovviamente influenzerà la possibilità di poter portare con noi più o meno elementi della nostra attrezzatura fotografica. Per esperienza uno zaino fotografico professionale con il corredo necessario per un escursione giornaliera o di due giorni supera i 10kg. In generale sarà impossibile per un fotografo poter portare l’intero corredo con sé in quanto formato da più obiettivi, flash, filtri. Questi elementi pesano e ingombrano non poco. Come scegliere allora cosa portare con noi? Semplicemente valutando prima cosa ci occorre sicuramente, cosa ci potrebbe essere utile, ma non indispensabile, e cosa poter lasciare a casa senza nessun problema. Questa scelta dipenderà ovviamente da fotografo a fotografo, dalle idee e dal luogo ed occasioni che si troveranno sul posto.

Se si esce per una semplice passeggiata di qualche ora potrò portare con me molte cose utilizzando un normale zaino fotografico da città, se invece prevedo un’escursione che comprenda l’intera giornata ma di facile percorrenza dovrò iniziare a fare delle valutazioni: per prima cosa lo zaino deve essere comodo per cui probabilmente converrà valutare bene che tipo di zaino fotografico utilizzare e quale abbandonare addirittura arrivando a sostituirlo con uno tecnicamente più valido in ambiente montano (questo sarà più comodo, più arieggiato e tenderà a farvi stancare di meno). Detto questo il materiale fotografico più fragile, in caso di ferrate, arrampicata o percorsi particolarmente difficili, dovrà essere opportunamente protetto con custodie imbottite. Quando cominceremo a caricare il nostro zaino converrà provare ad indossarlo per capire se ci stiamo portando oltre i nostri limiti di sopportazione del peso. Un piccolo segreto per poter portare un carico maggiore è quello di passeggiare con delle bacchette così che una parte del carico venga sgravato da gambe e schiena. Sono molto importanti gli spallacci e le fasce che avvolgono le anche, buoni spallacci eviteranno l’effetto “sega” sulle spalle, i fascioni sulle anche aiutano a scaricare il peso in modo uniforme sulla spina dorsale. Uno zaino comodo permette di portare molti più chili di peso e più a lungo nel tempo senza incorrere in dolori articolari o peggio infiammazioni.

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Da quanto detto finora già per una gita di un giorno intero (7-8 ore di cammino) mi troverò nella situazione di dover cercar di capire cosa portare con me: ad esempio sarà meglio avere il treppiedi o un obiettivo in più? I filtri sono un inutile peso oppure no? A questo punto a parte il fatto che l’unica cosa sicura da portare sempre è il corpo macchina conviene fare un paio di considerazioni riguardo l’itinerario che dovrò percorrere e quindi al tipo di foto che farò. Mi devo chiedere ad esempio quali obiettivi userò sicuramente e quali invece non mi serviranno. Portare 4-5 obiettivi per poi usarne uno solo sarebbe inutile peso che mi potrebbe precludere la possibilità di portare ad esempio un treppiedi, quindi devo capire se mi muoverò in ambienti ad ampio respiro o se rimarrò sempre nel bosco, se c’è la possibilità di fotografare animali, se mi troverò in larghi prati per cui potrebbe essere interessante portare con sé un obiettivo macro per fotografare fiori e insetti ecc.

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Tutte queste considerazioni possono cambiare di persona in persona e da escursione a escursione, ci sarà sempre chi dallo stesso itinerario cercherà risultati differenti, ad esempio qualcuno prediligerà scattare belle fotografie di paesaggio, scattare panorami o fare caccia fotografica a cervi, camosci, uccelli, insetti e tutto il resto che in montagna si può immortalare.

Cosa portare allora e perché?

Se ci piace fare fotografie di paesaggio può essere importante portare con sé un grandangolo e i filtri polarizzatore e digradante, se invece amiamo la fotografia macro sarà necessario avere un obiettivo apposito (se non un tubo di prolunga), flash e treppiedi. Francamente io adoro la fotografia panoramica e un treppiedi con testa sui tre assi per quanto ingombrante e pesante è assolutamente necessario. Ci piace fotografare gli animali selvatici, i grandi rapaci o i tanti uccelli del bosco? Un obiettivo a lunga focale e un bean bag sono sicuramente consigliati.

Il dilemma treppiede.

Personalmente ritengo che il treppiede sia uno strumento essenziale e non eliminabile dal corredo fotografico. Potenzialmente possono in ogni escursione anche la più banale capitare situazioni che senza un treppiede andrebbero perse, o fotografare con qualità molto bassa. Oggi grazie al carbonio sono presenti sul mercato treppiedi molto leggeri e resistenti che permettono di utilizzare anche in montagna ottiche molto lunghe e pesanti. Un treppiede in carbonio può pesare meno di un chilo, contro uno di alluminio che normalemente non scende sotto i 2,5kg.
Come ottimizzare quindi il peso dei supporti? Dipende molto dal tipo di uscita, i macrofotografi sono i più penalizzati, in quanto oltre il treppiede specialistico per macro in grado di posizionarsi a livello terreno, necessitano di altri supporti per flash, luci, pannelli. Per i paesaggisti, il treppiede può essere molto ridotto in dimensioni e sezioni, al punto da essere trasportabile all’interno dello zaino (esempio il treppiede Traveller della gitzo). Per un uso promiscuo esistono varie marche e modelli che sono in grado di portare anche macchine medio formato. Occorre prestare attenzione alla lunghezza da chiuso, treppiedi a quattro sezioni offrono buona stabilità e ridotte dimensioni, a tre o peggio a due sezioni sono treppiedi molto estesi da chiusi creando ingombri oltre le dimensioni dello zaino.

La vita del fotografo di montagna.

Pianificata l’escursione, preparato lo zaino e gli attrezzi fotografici, l’escursionista che si muove solitario non ha grandi problemi a parte piazzare il treppiede per auto inserirsi come figura umana in alcune inquadrature. Un metodo valido è quello di impiegare l’autoscatto a circa 20 secondi, prendendo un punto di riferimento nell’inquadratura, poi ci si va a piazzare contando e una volta raggiunto il punto prestabilito si inizia a camminare nella direzione voluta. Un piccolo telecomando sarebbe utile anche se la tecnica sopra descritta è facilissima da mettere a punto e fa risparmiare un peso e un ingombro. Se invece camminiamo in un gruppo è molto produttivo, anche se faticoso, imparare a capire in anticipo se ci conviene essere in testa e attendere il passaggio degli altri escursionisti in un punto fotogenico, o piuttosto rimanere un po’ indietro, magari in un’altura e coglierli durante un passaggio sul sentiero sotto o sopra di noi.
Un fotografo in un gruppo di escursionisti a volte può, rallentare la marcia, inoltre a meno che gli escursionisti non siano tutti foto-amatori, ha esigenze diverse, legate alla luce, ha tempi diversi e pause più lunghe per curare le inquadrature. Ecco perché tipicamente un fotografo di montagna viaggia da solo, i suoi tempi di percorrenza, l’ora di partenza e ritorno sono spesso incompatibili con quelli della maggior parte dei frequentatori della montagna.. Per esempio per me è usanza partire prima che sorga il sole con rientri un’ora dopo il tramonto, questo in una sola giornata. Un buon metodo, abbastanza ovvio, per farsi apprezzare e ben tollerare è quello di preparare un cd con le immagini più belle dell’escursione da omaggiare agli altri partecipanti in ricordo dell’escursione, vi eviterà insulti le volte successive. Mi raccomando una selezione delle immagini più belle, 300 fotografie di cui 250 mal composte, mal esposte o banalissime causerebbero l’effetto contrario. La vecchia regola delle 3 immagini scelte ogni 36 scattate (la “vecchia” pellicola) è sempre valido!

Esempi pratici

Situazione: escursione breve solo sera o mattina, foto per fine art paesaggio, singole.
Zaino fotografico: da città, 3 o 4 scomparti fino a 30 litri
Obiettivi: zoom grandangolo-normale, zoom tele. Oppure ottiche fisse. Filtri, Treppiede stabile, non necessariamente in carbonio.
Logistica: giacca a vento, acqua, occhiali da sole..
Peso zaino 5/8kg

Situazione: escursione di un giorno (fino 3/4 ore di salita), reportage della giornata con bel tempo.
Zaino fotografico da 30/40 litri
Obiettivi grandangolo da 20 a 35mm, zoom normale 24-70mm, zoom tele 70-200mm. treppiede. Filtri. Flash se necessario.
Logistica: giacca a vento, acqua, pranzo al sacco. Bastoni da trekking, occhiali da sole, maglietta di ricambio.
Peso zaino 8/10kg

Situazione: Trekking di tre giorni da rifugio a rifugio lungo sentieri attrezzati, reportage.
Zaino fotografico specialistico per trekking con due scomparti separati. 40/50 litri o zaino alpinistico modificato.
Obiettivi, grandangoli 12 fino a 24mm, 50mm, 70-200mm (100mm 135mm). Treppiede molto piccolo e compatto. Flash
Logistica: giacca a vento, acqua, pranzo al sacco, sacco lenzuolo. Bastoni da trekking, occhiali da sole, maglietta di ricambio, guanti, attrezzatura di sicurezza da ferrata, guanti da ferrata, moschettoni e cinghie per fissare reflex, sacche porta obiettivi.
Peso zaino 12/15kg

Alla prossima puntata.



Articolo originale su: Come scegliere lo zaino fotografico da montagna