Come proteggersi dalle zecche?
Le zecche: Cosa fare se si è morsi?
La zecca dei boschi, nota anche come Ixodes ricinus, è un piccolo parassita che varia in dimensioni da pochi millimetri a un centimetro, a seconda della specie e dello stadio di sviluppo. Si nutre di sangue e si aggancia alla pelle di animali e persone per giorni. Si trova spesso sulle piante, sul fogliame e sull’erba, in zone ombreggiate e umide con cespugli a quote inferiori ai 1.500 metri. Le zecche sono presenti in tutta Europa e possono trasmettere malattie come il morbo di Lyme e l’encefalite trasmessa da zecca. Il loro morso è indolore e può passare inosservato.
Come evitare di essere morsi?
Se si cammina nei boschi è sempre più facile incontrare questi artropodi. Per chi va in montagna è praticamente impossibile evitarle a meno di non frequentare luoghi d’alta quota dove questo animale non è presente. Le stagioni invernali sempre più brevi stanno favorendo sempre più la diffusione quindi non rimane che prevenire i morsi e prendere alcune precauzioni.
Il vestiario di protezione consiste di calzature chiuse, copricapo e vestiario che copra le braccia, le gambe e le caviglie. Qualora i vestiti presentino colori chiari, diventa più agevole riconoscere la comparsa di una eventuale zecca. In aggiunta, certi prodotti repellenti per insetti possono allontanare tali parassiti o scoraggiarne l’azione.
Al rientro dall’escursione è bene ispezionare accuratamente tutto il corpo, cuoio capelluto compreso, per verificare che non ci siano zecche sulla pelle.
Cosa fare se si è stati morsi da una zecca?
Se una zecca si è conficcata nella pelle, è opportuno rimuoverla prima possibile perché, come spiegano anche gli esperti dell’Istituto superiore di sanità, la probabilità di contrarre un’infezione è direttamente proporzionale alla durata del contatto. Infatti, dopo un periodo di alcune ore in cui la zecca è saldamente ancorata alla cute per alimentarsi, essa rigurgita parte del pasto ed è verosimilmente in questa fase che eventuali patogeni potrebbero essere inoculati nel sangue.
Per la rimozione delle zecche è bene usare una pinzetta sottile, afferrando l’animale per la testa attraverso una leggera rotazione antioraria e tirando delicatamente fino al distacco. Meglio evitare invece l’uso di olio, acetone, alcol o altri irritanti. Tali sostanze potrebbero infatti causare il rigurgito di saliva o succhi intestinali da parte della zecca che, qualora infetta, potrebbe veicolare malattie. Dopo la rimozione, invece, è consigliabile disinfettare la cute con prodotti incolore (la tintura di iodio, per esempio, non è indicata perché è colorata).
Se non si è sicuri o vedete degli arrossamenti sospetti conviene sempre chiamare un medico e farsi visitare.
Ho chiesto ad un esperto dell’argomento: Il Professore Maurizio Ruscio, Direttore del Dipartimento Assistenziale Integrato di Medicina di Laboratorio presso gli Ospedali Riuniti di Trieste e presidente a livello nazionale del Gruppo Italiano per lo Studio della malattia di Lyme, ha illustrato come proteggerci dalle zecche. Lui è stato attivamente coinvolto nella ricerca, diagnosi e cura delle malattie causate dalle zecche sin dal 1985. Nel podcast, ci ha spiegato tutto ciò che bisogna sapere su questi insetti, inclusi dove vivono e come limitare l’esposizione ai loro morsi.
Ascolta l’intervista che ho realizzato per Mountainblog qui sotto.
Ascolta “Cammini – Ep. 9 – Zecche in montagna: come difenderci? – Maurizio Ruscio” su Spreaker.
Cos’è la malattia di Lyme e la TBE?
La borreliosi, nota anche come malattia di Lyme, è causata dal batterio Borrelia burgdorferi che viene trasportato dalla zecca dei boschi. I sintomi iniziali includono chiazze rossastre sulla pelle accompagnate da malessere, febbre, dolori muscolari e mal di testa. Dopo un periodo d’incubazione che varia dai 3 ai 32 giorni circa, possono manifestarsi sintomi più gravi come artriti, problemi cardiaci e nervosi. La malattia di Lyme può anche causare paralisi facciale e meningiti. L’eruzione cutanea, che può essere di tipo migrante, di solito non causa dolore, prurito o calore e tende a localizzarsi nel punto di contatto con la zecca, aumentando di dimensioni nel tempo e presentando un’area centrale più chiara.
Le zecche trasmettono anche la TBE o encefalite da zecca.
L’encefalite da zecca, è una malattia acuta del sistema nervoso centrale causata da un Arborvirus appartenente al genere Flavivirus, che ha caratteristiche simili ai virus responsabili della febbre gialla e della dengue. Le zecche fungono sia da serbatoio animale che da vettore del virus e la malattia non può essere trasmessa da persona a persona, ma solo tramite il morso di un animale infetto.
I sintomi iniziali sono simili a quelli dell’influenza, come febbre, malessere, mal di testa, dolori muscolari e nausea. Nel 10% dei casi, il virus può penetrare nelle meningi e persino nel cervello, provocando l’infiammazione e facendo evolvere la malattia in meningite o encefalite. In alcuni casi, l’encefalite da zecca può causare danni permanenti al sistema nervoso e persino la morte (1-2% dei casi). La diagnosi non è immediata e richiede la ricerca di anticorpi specifici nel liquido cerebrospinale o nel sangue attraverso le analisi.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, ci sarebbe un numero di persone colpite da encefalite che varia da 10.000 a 12.000 ogni anno nel mondo, tuttavia, è molto probabile che il numero reale, includendo anche i casi non diagnosticati, sia molto superiore.

Carta della diffusione delle zecche infette da TBE
Come si curano o si prevengono le malattie veicolate dalle zecche?
La malattia di Lyme può essere trattata in modo efficace con terapia antibiotica che, se iniziata tempestivamente, riesce a debellare l’infezione scongiurandone le complicanze. Il trattamento è infatti più efficace se iniziato nei primi stadi della malattia. Per le dosi, la durata e le modalità è necessario seguire la prescrizione del medico.
Non esiste invece una terapia specifica per l’encefalite trasmessa da zecche. È possibile però prevenirla attraverso la vaccinazione, che l’Oms raccomanda alle persone di tutte le età e se risiedono in zone dove il contagio è altamente endemico. Nell’Unione europea sono autorizzati diversi tipi di vaccini inattivati per la prevenzione di questa malattia, consigliato in particolare a chi vive, lavora o frequenta abitualmente le zone a rischio.
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